Gli effetti del freddo sul corpo

L’esperto in terapia del freddo Erich Hohenauer spiega perché le donne tendono a sentire più freddo, cosa si nasconde dietro alla forza curativa del freddo e quali sono i vantaggi di essere temprati dalle temperature gelide.

Testo: Ruth Jahn

Immagini: Unsplash

4 min

10.01.2020

Cosa è più difficile da sopportare per il nostro corpo: la calura esagerata o il freddo estremo?


Erich Hohenauer: Il caldo grava di più sul sistema cardio-circolatorio. In estate il corpo deve raffreddarsi attivamente, aumentando l’irrorazione sanguigna per poter trasportare calore dall’interno del corpo verso l’esterno. Per fare ciò il cuore deve aumentare le sue prestazioni. Inoltre, a causa del sudore che produce per raffreddarsi, il corpo perde molta acqua, cosa che risulta pesante per il cuore, dato che per trasportare sangue denso c’è bisogno di maggiore spinta. Da questo punto di vista possiamo dunque essere felici che arrivi l’inverno.»

Ma anche le temperature gelide mettono a dura prova l’organismo. In particolare i cardiopatici dovrebbero evitare di fare troppo esercizio fisico quando fa molto freddo.


Questo è vero. Anche il freddo comporta un affaticamento della circolazione. Sia con il gran caldo che con il gran freddo il nostro corpo fa di tutto per mantenere costante sui 37 gradi la sua temperatura interna, dove si trovano gli organi vitali. Quando fa freddo, dunque, deve conservare il calore interno. Le risposte biologiche sono inibizione dell’irrorazione e aumento della pressione sanguigna. Il cuore si ritrova quindi a dover pompare il sangue contrastando la maggiore resistenza da parte delle vene e questo può provocare stress, appunto, al muscolo del cuore e alle pareti dei vasi. Inoltre il corpo trema per produrre calore.

«In termini evolutivi, siamo più adatti al caldo.»

Erich Hohenauer

Con una piacevole temperatura ambientale di 27 gradi gli umani possono stare nudi e non avere né freddo né caldo. Non è che questo ci dice che siamo più adatti al caldo?


Dal punto di vista evolutivo è sicuramente così, perché l’umanità si è originata a latitudini meridionali. Tuttavia, siamo fatti in modo da poterci adeguare relativamente bene non solo alle calure, ma anche alle temperature fredde.

Le camminate in acqua del percorso Kneipp o le docce fredde possono favorire questo adattamento?


Sì, perché ci si può abituare al freddo. Il corpo adatta il suo metabolismo e l’irrorazione sanguigna e costituisce più tessuti adiposi sottocutanei. In particolare si forma anche una quantità maggiore del cosiddetto tessuto adiposo bruno all’interno del corpo. Quest’ultimo accelera la produzione di calore proprio da parte del corpo e favorisce la regolazione della temperatura corporea. Affinché avvengano questi adattamenti, però, è necessario che si presenti uno stimolo freddo ricorrente. Come quando ci si allena per una prestazione sportiva, la costanza è la chiave di tutto. Un singolo bagno in acque gelate non dà grandi risultati in questo senso e, anzi, c’è da fare molta attenzione.

 

«L’influsso positivo sul sistema immunitario umano è attualmente oggetto di dibattito in ambito scientifico, ma non è comprovato.»

Erich Hohenauer

Chi si tempra in questo modo è convinto di mettersi al sicuro dall’influenza e da altre malattie infettive. A ragione?


L’influsso positivo sul sistema immunitario umano è attualmente oggetto di dibattito in ambito scientifico, ma non è comprovato. E questo perché il sistema immunitario è molto complesso. Può anche darsi che con lo stimolo dato dall’alternanza caldo-freddo, ad esempio con la sauna, si alleni il sistema cardio-circolatorio. I vasi sanguigni, infatti, sono costretti a dilatarsi e a contrarsi di nuovo. E questo, con buona probabilità, migliora l’irrorazione e le difese immunitarie.

Le donne tendono a sentire freddo più spesso degli uomini?


Sì, le donne sono più sensibili al freddo rispetto agli uomini. Ci sono tre motivi biologici per questo. In primo luogo gli uomini, grazie ai loro muscoli, sono più protetti dal freddo, perché le cellule muscolari bruciano calorie e in questo modo producono calore. In secondo luogo le donne hanno una pelle più sottile che tende al raffreddamento. In terzo luogo, il corpo femminile, anche a causa di una superficie corporea relativamente grande rispetto al volume del corpo, disperde più calore.

La sensibilità soggettiva al freddo ha un’influenza?


Sì, è come per il dolore: ci sono persone che percepiscono una determinata temperatura già come freddo, mentre altre la considerano ancora piacevole. La zona di comfort nella percezione della temperatura è molto individuale.

Il freddo può anche essere curativo. È nota la sua capacità di moderare le reazioni infiammatorie di dolore, arrossamento e gonfiore. Come quando ci si brucia un dito e lo si tiene sotto all’acqua fredda oppure ci si sloga un’articolazione e la si fascia con del ghiaccio o con qualcosa di freddo. Il freddo può fare ancora di più?


Il raffreddamento come terapia è noto già da tempo. Ad esempio, le verruche possono essere congelate con l’azoto liquido: qui il freddo serve a far morire le cellule epiteliali in superficie. Nei trapianti di organi il freddo consente di mantenere più a lungo l’organo oggetto del trapianto. E dopo un infarto o un’apoplessia cerebrale i medici generalmente abbassano leggermente la temperatura dei tessuti, come misura medica cautelativa, in modo da proteggere gli organi, perché così il consumo di ossigeno ed energia si riduce. Questa misura preventiva consente inoltre di frenare eventuali processi dannosi a livello cellulare. L’idea di fondo è di congelare i danni provocati da un’infarto, in modo che non si espandano.

Ultimamente c’è stato il boom delle camere del freddo, Le persone che soffrono di dolori e reumatismi, ad esempio, o che hanno difficoltà a dormire cercano qui un sollievo, mentre le camere integrali e le cabine di raffreddamento stanno vivendo un vero e proprio revival. L’obiettivo di queste cure del freddo con temperature inferiori a 100, o talvolta addirittura a 200 gradi, è di ridurre la temperatura dei tessuti per frenare processi infiammatori o il trasferimento dello stimolo del freddo. Gli effetti, tuttavia, non sono ancora chiari e provati scientificamente. Almeno, però, si sa che per alcune persone affette da reumatismi il freddo elevato offre un sollievo temporaneo ai sintomi. Anche i pazienti affetti da dolori riportano talvolta effetti di miglioramento.

«Almeno, però, si sa che per alcune persone affette da reumatismi il freddo elevato offre un sollievo temporaneo ai sintomi.»

Erich Hohenauer

Anche gli sportivi vedono nelle cure del freddo un aiuto cui ricorrere.


Oggi si sa che l’allenamento intenso, soprattutto per un corpo non abituato, può provocare piccole ferite alla muscolatura. Queste a loro volta mettono in moto procedimenti infiammatori che talvolta impediscono prestazioni sportive per diversi giorni. I dolori muscolari sono noti a tutti. Brevi bagni in acqua fredda a circa 10 gradi attutiscono i procedimenti infiammatori e possono minimizzare il calo della prestazione sportiva. Gli sportivi sperano quindi in una ripresa più rapida.

La cosa serve solo negli sport agonistici ad alto livello?


Per ogni gara spalmata su più giorni una terapia del freddo può portare piccoli, ma decisivi vantaggi. Tuttavia, si dovrebbe evitare di prendere in autonomia la decisione di fare bagni freddi o impacchi freddi dopo lo sport. Conviene farlo solo sotto controllo medico o comunque di personale specializzato, in ogni caso, con metodi mirati e personalizzati. Se utilizzato in maniera sbagliata, infatti, il freddo può anche influire in modo negativo sulla prestazione.

Dati personali

Il dottor Erich Hohenauer, 35, è ricercatore scientifico in riabilitazione presso la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) e docente alla scuola universitaria internazionale di fisioterapia a Landquart (THIM). La sua ricerca si concentra principalmente sugli effetti che il freddo può avere sull’organismo umano.

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