Allattare correttamente
Basta attaccare il bebè al seno e il gioco è fatto: a pensarci, allattare è la cosa più naturale e semplice del mondo. Nonostante ciò, molte donne hanno problemi con l’allattamento. Ecco alcuni suggerimenti della consulente per l’allattamento.
Il dolore all’areola, il bebè che piange e non riesce a poppare. Utilizzare il tiralatte per tre quarti d’ora per ottenere solo un goccio di latte, quando invece la maglietta è sempre impregnata: allattare, la «cosa più naturale del mondo», può essere talvolta tutt’altro che semplice. Soprattutto chi partorisce per la prima volta non sa che l’allattamento richiede un po’ di pratica e tanta pazienza. «È molto importante che le donne sappiano che all’inizio l’allattamento può essere faticoso. Per esperienza posso affermare che di regola allattare non funziona alla perfezione subito dopo il parto. Solo che quasi nessuno ne parla», afferma Doris Keller di Altendorf, una levatrice e consulente per l’allattamento diplomata. «Possono trascorrere da due a tre settimane, talvolta anche di più fino a che mamma e bebè abbiano trovato il giusto affiatamento.»
È soprattutto una questione di tecnica. Se il neonato non viene attaccato correttamente al seno, il tessuto si indolenzisce, i capezzoli si screpolano e si infiammano. Inoltre, il bebè dà subito segno di frustrazione. Talvolta una donna all’inizio ha troppo o troppo poco latte oppure soffre di ingorgo mammario, una cosa molto dolorosa. Secondo Doris Keller, in questo caso purtroppo molte madri si danno la colpa perché credono di sbagliare qualcosa; è un circolo vizioso, perché lo stress non favorisce un buon rapporto di allattamento con il bebè. Succede quindi spesso che le mamme interrompano l’allattamento dopo alcuni giorni o settimane per passare al biberon.
Allattare è sensato
Vale la pena tenere duro: il latte materno è l’alimento ideale per un bebè. Un neonato sano nei primi sei mesi non ha bisogno d’altro, gli basta il latte della mamma. Oltre a offrire al bambino i liquidi e tutte le sostanze nutrienti importanti, gli offre anche sostanze immunitarie e anticorpi della madre, proteggendolo dalle malattie. Si adatta addirittura alle esigenze del bebè: le femminucce ricevono per esempio un cocktail di latte diverso rispetto ai maschietti, un neonato un’altra composizione rispetto ai bebè più grandi. E allattare fa bene anche alle mamme che hanno appena partorito: gli ormoni dell’allattamento favoriscono l'involuzione dell'utero, diminuendo così il pericolo di emorragie post-parto. L’allattamento riduce anche il rischio di ammalarsi di cancro al seno.
«Gran parte delle donne in Svizzera conosce i vantaggi dell’allattamento. Meglio così. Allo stesso tempo aumenta però anche la pressione per ogni mamma, che naturalmente desidera solo il meglio per il proprio figlio», aggiunge la consulente Doris Keller. Che fare quindi se non funziona o se una donna non vuole allattare? «In fin dei conti, una donna deve sentirsi bene. Se afferma: sto meglio se non allatto, ha tutto il diritto di smettere di farlo. Nessuno deve giudicarla per questo», aggiunge Doris Keller.
Consigli della consulente per l’allattamento
Prima della nascita: conoscere il seno
«Consiglio a partire dalla 37a settimana di gravidanza alle donne di massaggiare il seno delicatamente una volta al giorno. Questo per prendere confidenza, non vergognarsi e per preparare i tessuti.»
Per un buon inizio: chiedete aiuto
«A molte donne il bebè viene attaccato al seno subito dopo la nascita e questa è una buona pratica. Nel puerperio stazionario spesso le donne vengono lasciate da sole a provare. Un buon inizio è indispensabile. Per questo vi consiglio di rivolgervi in ogni caso a infermiere diplomate o ai centri di consulenza per l’allattamento, senza timore. L’ho attaccato bene il bambino? La posizione di allattamento è comoda? Il lattante ha veramente fame? Lasciatevi mostrare le diverse posizioni e tecniche per evitare ferite al capezzolo. .
Nelle prime settimane occorre tenere duro
Anche se non è sempre facile: non dimenticate che allattare è sano, pratico ed economico. Tenete duro nelle prime due, tre settimane e riprovate di continuo. Nella maggior parte dei casi dopo questo periodo funziona molto meglio. È un «investimento» che vi ripagherà in seguito. L’ideale è solo allattare per circa sei mesi e in seguito continuare a farlo fino a quando lo volete voi e il vostro bebè.
Il mantra: rimanere calme
È più facile a dirsi che a farsi, ma non impazzite. Lo stress si ripercuote in modo negativo sulla montata lattea e la produzione del latte materno. Fidatevi delle vostre capacità e di quelle del vostro bebè. State iniziando a conoscervi e assieme potete farcela! Non siete le sole ad avere problemi di allattamento e sicuramente non è indice delle vostre qualità materne.
Se il vostro bambino urla mentre lo volete allattare, non insistete. Sdrammatizzate e provvedete a un cambio di scena: affidate il bambino possibilmente al vostro partner e riprovate più tardi.
Vi preoccupate che il vostro bebè non beva abbastanza? Avete troppo o troppo poco latte? Qui trovate le risposte alle domande più frequenti.
Per il partner: tocca a voi
È molto importante che il partner e le persone che vi circondano abbiano un atteggiamento positivo nei confronti dell’allattamento e che non vedano il bambino come un concorrente. Garantite tranquillità durante l’allattamento, assicurate che la mamma abbia acqua a sufficienza e qualche spuntino. Allattare fa venire fame e sete. È decisivo che la la neo mamma all’inizio si possa concentrare completamente sul bebè senza sensi di colpa. Prendersi cura di un neonato è un incarico che impegna 24 ore su 24 e che non può essere «sbrigato» tra una cosa e l’altra.
L’inizio del lavoro: conoscere e far valere i propri diritti
Tornate prossimamente al lavoro ma volete continuare ad allattare? Parlatene apertamente con il vostro superiore. Dalle pause retribuite per l’allattamento fino alla saletta relax, cosa vi aspettate da lui? Sentite un clima adatto alle donne e alle famiglie? Informatevi sui vostri diritti sul posto di lavoro. Qui trovate maggiori informazioni.
Ricordate di preparare il vostro corpo e il vostro bambino alla nuova situazione. Tirare il latte e dare il biberon sono azioni che vanno provate alcune volte prima che funzionino bene. Questo allevia la pressione che vi siete messe addosso.
E per finire: nessuna vergogna!
Spetta soltanto a voi decidere tutto quello che intendete fare in qualità di donna. Anche se dovete dare l’aggiunta di latte artificiale o interrompere l’allattamento o se desiderate farlo: per il vostro bambino siete la madre perfetta. Gli offrite comunque quello che conta di più: amore e sicurezza.
D’altro canto, non ci sono assolutamente problemi ad allattare in pubblico. Su Mamamap trovate i luoghi dove poter allattare il vostro bebè in tutta tranquillità quando siete fuori casa.
Latte in polvere: l’alternativa all’allattamento al seno
Gli alimenti per lattanti qui in commercio sono sottoposti a severi controlli e per questo sono sicuri. Le diverse varietà di latte in polvere hanno una composizione molto simile. La scelta della marca dipende soprattutto dalle vostre priorità: il latte in polvere deve provenire dalla Svizzera? Deve essere di qualità bio e avere un imballaggio ecologico? Inoltre, il latte non deve contenere troppe calorie e deve essere facilmente reperibile se dovesse finire inaspettatamente.