Fare sport col raffreddore: sì o no?
Spesso ci chiediamo quando possiamo tornare a fare sport dopo un raffreddore. Un Self Check aiuta ad ascoltare il proprio corpo, e allo stesso tempo a restare in movimento.
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A chi non è già capitato? La febbre ci costringe a letto, il naso cola e le ossa fanno male. Una volta passato il peggio, spesso non sappiamo quando possiamo riprendere la nostra attività sportiva.
«Il nostro corpo ci lancia i segnali necessari», precisa Claudio Nigg, professore presso l’Istituto di scienze dello sport dell’Università di Berna. Per capire i segnali dobbiamo però prima percepire i sintomi nel nostro corpo. Nigg lo chiama «check della nuca»: se i sintomi si percepiscono al di sopra della nuca, tra questi il raffreddore e il mal di gola, e il soggetto non ha febbre, può praticare sport da lieve a moderato.
«Con un lieve raffreddore fa bene stare all’aria fresca, perché favorisce la respirazione e stimola la circolazione del sangue.»
Se il dolore si prova al di sotto della nuca, è meglio rinunciare completamente allo sport in presenza di sintomi da raffreddore come tosse, dolori muscolari e articolari o febbre. Se soffriamo di questi sintomi, l’esperto di scienze dello sport Nigg consiglia di attenersi alla seguente regola: chi è stato ad esempio a letto una settimana con febbre e tosse dovrebbe concedere al proprio corpo almeno altrettanto tempo di riposo, ossia una settimana, dopo lo scomparire dei sintomi. «Il corpo ne ha bisogno per rigenerarsi», ricorda Nigg. Dopodiché si può riprendere a fare sport.
Leggera attività fisica col raffreddore
Sia in presenza di leggero raffreddore che nella fase di recupero dopo un forte raffreddore gli esperti e le esperte consigliano di fare moto lieve o moderato. Tra queste attività troviamo passeggiate, stretching, yoga, tai chi e allenamento a bassa intensità come andare in bicicletta o ballare. «Con un lieve raffreddore fa bene stare all’aria fresca, perché favorisce la respirazione e stimola la circolazione del sangue», spiega il professore di scienze dello sport Nigg. Bisogna tuttavia ricordare di indossare indumenti abbastanza caldi. Proprio nei mesi invernali, quando già di per sé i raffreddori dilagano, le temperature esterne sono basse. «Chi trascorre troppo tempo all’aperto senza indumenti caldi rischia di peggiorare il raffreddore», tiene a precisare Nigg.
Un allenamento leggero favorisce la guarigione. Soprattutto lo stretching aiuta a rimanere in movimento senza sovraffaticarsi. Gli esercizi di stretching aprono il torace e favoriscono l’areazione dei polmoni nonché la respirazione profonda, cose che aiutano il processo di guarigione dal raffreddore.
Allenamento con i pesi col raffreddore?
Chi ha un leggero raffreddore, i primi giorni dovrebbe evitare di andare in palestra, anche se personalmente si sente abbastanza in forma per allenarsi. In questo modo evita, infatti, di contagiare altre persone che vengono ad allenarsi. In palestra è difficile rispettare le misure d’igiene necessarie, ad esempio pulire bene gli apparecchi dopo l’uso, sopprimere la tosse o regolare la propria respirazione.
Jogging col raffreddore
Viene sempre posta la domanda se fa bene o meno fare jogging col raffreddore. «Fare jogging col raffreddore normalmente rappresenta un notevole sforzo per il corpo», spiega Nigg. Chi però ha soltanto un lieve raffreddore e non ha altri sintomi può fare jogging anche moderato. Chi si sente meglio dopo un raffreddore e vuole tornare a fare jogging, dovrebbe riprendere gradualmente, ossia scegliere un percorso più breve del solito e ridurre la velocità.
Quando aumenta il rischio di un’infiammazione del miocardio se si pratica sport?
«Secondo alcune ricerche, il rischio di un’infiammazione del miocardio aumenta nelle persone che praticano intensamente sport anche se hanno gravi sintomi come febbre e forti dolori articolari», spiega Nigg. Si tratta ad esempio di attività sportive quali il basket, l’hockey su ghiaccio o la maratona, che richiedono uno sforzo eccessivo al corpo in un momento in cui l’organismo è già molto provato. Questo può avere conseguenze gravi, come ad esempio un’infiammazione del miocardio, ma anche bronchite o sinusite. Nigg tiene tuttavia a sottolineare che anche in questo caso il rischio di un’infiammazione del miocardio è ancora relativamente basso.
«Secondo la ricerca, il rischio di un’infiammazione del miocardio è maggiore nelle persone che praticano attività sportive intense anche se hanno gravi sintomi.»
Ma come può un raffreddore causare un’infiammazione del miocardio? Spesso i virus sono alla base di un raffreddore. Il corpo tenta di combattere questi invasori intensificando l’attività del sistema immunitario. Questo processo di difesa fa spesso aumentare la temperatura corporea fino a causare febbre. Chi pratica sport in questo stato sollecita ulteriormente il proprio corpo impedendogli di combattere i virus. Se il corpo, quindi, non ha abbastanza risorse per sconfiggere i virus, gli organismi nocivi possono prendere il sopravvento. Il cuore e i tessuti circostanti (spesso è interessato il miocardio) sono inoltre molto vicini alle vie respiratorie compromesse dal virus.
Un’infiammazione del miocardio può comportare aritmie cardiache, insufficienza cardiaca o persino morte cardiaca improvvisa. I segni di un’infiammazione del miocardio sono spossatezza, esaurimento, dolori al petto, insufficienza respiratoria da sforzo, forte tachicardia, aritmia cardiaca o inappetenza.
Mal di testa
Dolori mestruali
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Osteoporosi
L’esperto
Claudio Nigg è professore presso l’Istituto di scienze sportive dell’Università di Berna. Dirige il Dipartimento di scienze della salute e concentra la sua ricerca sulla motivazione e sul cambiamento comportamentale nello sport.