Riconoscere e curare la carenza di ferro
La carenza di ferro spesso si manifesta con sintomi poco specifici come perdita di capelli, stanchezza o angoli della bocca secchi. In casi più gravi, può addirittura provocare affanno, palpitazioni o vertigini. Scoprite come riconoscere e trattare la carenza di ferro.
Secondo alcune stime, circa 2 miliardi di persone soffrono di carenza di ferro. È pertanto una delle malattie da carenza più diffuse al mondo. Ad esserne particolarmente colpite sono le donne in età fertile; cinque volte più spesso degli uomini. Il motivo sta nella perdita di sangue durante le mestruazioni.
Il ferro è un oligoelemento essenziale tra l’altro necessario per il trasporto di ossigeno e per il metabolismo energetico nel corpo. L’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) consiglia agli uomini di età compresa tra i 18 e i 65 anni l’assunzione di 11 milligrammi di ferro al giorno. Con 16 milligrammi al giorno, la dose consigliata per le donne della stessa fascia d’età è leggermente superiore.
Quali sono le cause della carenza di ferro?
«La carenza di ferro si suddivide in tre categorie», spiega la Dr. med. Jutta Rose, specialista di medicina interna presso Sanacare. Possibili cause sono ad esempio l’alimentazione, la situazione di vita, le malattie croniche o simili.
Categoria 1: assunzione ridotta di ferro
Categoria 2: perdita elevata di ferro
Categoria 3: disordini del metabolismo del ferro
Quali sono i sintomi della carenza di ferro?
«I sintomi sono molteplici e poco specifici», spiega la Dr. med. Jutta Rose. «Quelli più diffusi sono stanchezza, prestazione fisica ridotta, perdita di capelli, unghie fragili o angoli della bocca secchi e screpolati.»
Altri sintomi che possono indicare una carenza di ferro sono:
- pallore
- dolori al petto, tachicardia e pressione bassa
- affanno durante lo sforzo fisico
- difficoltà di concentrazione
- elevata predisposizione alle infezioni
- irritabilità, irrequietezza interiore (sindrome delle gambe senza riposo)
Se a questi si aggiunge l’anemia, la cosiddetta anemia da deficit di ferro, possono manifestarsi i seguenti sintomi:
- perdita di capelli
- unghie fragili
- battito o ronzio nelle orecchie
- mal di testa
- capogiro
- difficoltà di deglutizione
- piaghe sulla lingua
Carenza di ferro durante la gravidanza: a cosa prestare attenzione
Le gestanti e le madri che allattano hanno un fabbisogno elevato di ferro perché devono trasmetterlo anche al proprio bambino. Un’eventuale carenza di ferro dovrebbe essere sempre accertata da un medico. Una volta diagnosticata, vengono prescritte compresse di ferro. Una grave carenza durante la gravidanza può infatti comportare alcune complicazioni:
- rischio aggravato d’infezione
- rischio aggravato di parto prematuro
- possibili ritardi nella crescita del nascituro
Anche dopo il parto le madri dovrebbero assumere una quantità sufficiente di ferro. Una grave carenza di ferro durante il puerperio può infatti essere fonte di stress, compromissione cognitiva o persino di depressione. Il ferro è altrettanto importante durante l’allattamento.
Riconoscere la carenza di ferro: il valore della ferritina
La ferritina è una molecola proteica che immagazzina il ferro nel corpo umano ed è pertanto un’unità di misura importante nella determinazione dei valori del ferro. Il problema è che la scienza non concorda sul valore a partire dal quale il contenuto di ferritina è considerato troppo basso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce i valori norma tra 15 e 150 µg/l per una donna adulta e tra 15 e 200 µg/l per un uomo. Alcuni studi condotti negli ultimi anni dicono tuttavia che un valore di ferritina inferiore a 30 µg/l è da considerarsi un indicatore di una carenza di ferro.
Terapia e prevenzione: come contrastare al meglio la carenza di ferro?
La carenza di ferro si può spesso prevenire con un’alimentazione equilibrata. Il ferro proveniente da alimenti di origine animale può essere assimilato più facilmente dal nostro corpo. Le carni rosse e il fegato sono fonti particolarmente ricche di ferro. Chi segue una dieta vegetariana o vegana dovrebbe ripiegare sui seguenti alimenti:
- legumi come lenticchie, fagioli di soia, ceci
- noci e semi come pistacchi, semi di girasole
- verdure ed erbe aromatiche come crescione, prezzemolo, cipolle, scorzonera, ortica, tarassaco
Attenzione ai cibi pronti, scrive Trasfusione CRS Svizzera sul proprio sito. Infatti: «I cibi pronti contengono spesso sostanze con effetti negativi sull’assimilazione del ferro.» Lo stesso vale anche per caffè, tè, latte, cacao, cola e vino rosso: tutte bevande che inibiscono l’assorbimento del ferro. La vitamina C, invece, lo favorisce. Trasfusione CRS Svizzera consiglia pertanto di bere succhi o limonate a base di frutta durante i pasti.
«Se nonostante un’alimentazione equilibrata si dovesse verificare una carenza di ferro, ossia se la ferritina scende al di sotto di un certo valore e si manifestano determinati sintomi o si appartiene a uno specifico gruppo a rischio, bisogna assumere delle compresse di ferro», precisa Jutta Rose. A volte queste compresse causano disturbi gastrointestinali come bruciore allo stomaco, crampi, diarrea, stitichezza, nausea o vomito; in tal caso si può ripiegare sulle trasfusioni di ferro.